La Guida Alpina Eraldo Meraldi presenta il Corno dei Tre Signori in Alta Valtellina

Quando la Valtellina era in possesso della Svizzera, venivano ad unirsi su questa vetta i confini della Svizzera, della Repubblica di Venezia e del Ducato di Milano; da ciò il nome attuale, forse anche perché i suoi ghiacciai alimentano tre fiumi: l’Oglio, l’Adda e il Noce.
Elegantissima slanciata piramide di roccia da tre parti, di ghiaccio verso la Val di Pejo, isolata tra due passi frequentati, di Gavia e della Sforzellina; offre un panorama meraviglioso, pari a quello del Tresero; l’ascensione di questo “pilastro angolare” non facilissima da nessun lato, è da anteporsi a quella di altre vette più famose e di maggior altezza per la varietà ed interesse ricompensanti ad usura della fatica non grande, partendo dal Rifugio di Gavia. Per discreti alpinisti la miglior combinazione è quella della cresta N con quella S o SE; per ottimi la salita per il versante NE con discesa per la cresta NO. Storia alpinistica: 1° ascensione ricordata: P. Damiani, F. Gamba e G. Duina – 11 agosto 1876 per il versante O e cresta S.

Questa è la presentazione del Corno dei Tre Signori presa integralmente dalla Guida dei Monti d’Italia del Club Alpino Italiano – Regione dell’Ortler – di Aldo Bonaccossa, edita nel lontano 1915. La via normale al Corno dei Tre Signori è tutt’altro che banale perché si svolge prevalentemente su sfasciumi e detriti mobili. La parte finale è invece di roccia relativamente solida e facile. Comunque è una bella ascensione in luoghi solitari al di fuori dalle rotte comuni. Come su tutte le montagne il panorama dalla vetta è splendido e gli orizzonti sono sempre lontani.

SCHEDA: Corno dei Tre Signori, Alta Valtellina

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