Orietta Bonaldo e Diego Mabboni vincono l’Alpin Cup 2003. Ad Anna Torretta e Christoph Hainz la vittoria nell’ultima tappa di Riva di Tures, della Coppa Italia di arrampicata su ghiaccio.
Già nel 2001 Riva di Tures aveva ospitato una tappa della Coppa Italia, in un caldo inizio di gennaio bagnato inaspettatamente dalla pioggia. La struttura era stata preparata con grande perizia e aveva tenuto l’inclemenza del tempo.
Saltata per problemi organizzativi la prevista gara di boulder a Campitello di Fassa, la passione di un pugno di audaci è riuscita a mettere in piedi questa gara in meno di due settimane. Dato il poco tempo a disposizione, era ovvio che la scelta si indirizzasse verso una località in cui ci fosse già una struttura adatta.
A Riva di Tures la struttura cè, ed è anche molto bella, e sarebbe stato veramente un peccato se non fosse stata utilizzata per una gara. E’ una specie di volta ghiacciata, la sezione di un grande tunnel, affiancata da una torre alta una ventina di metri. Sembra una chiesa stilizzata speculare alla chiesa del paese.
Anche la Valle di Riva, come la Val Daone, che da tre anni ospita la più bella delle tappe dellIce World Cup, è un centro rinomato per larrampicata su cascate di ghiaccio, e per i più recenti itinerari di dry tooling, come del resto per lo scialpinismo e per le vie classiche di ghiaccio. E’ normale quindi l’alta percentuale di alpinisti che si incontrano in fondo a questa valle, mescolati ai più tranquilli amanti dello sci di fondo.
E alcuni di questi alpinisti, locali e non, hanno rimpinguato le fila degli atleti che frequentano più o meno abitualmente le gare di arrampicata su ghiaccio, cimentandosi sulle vie ottimamente tracciate da Kurt Astner e Mario Prinoth, due atleti di punta che stavolta, pur con qualche rimpianto per non poter così gareggiare, si sono assunti il gravoso compito di preparare gli otto itinerari di questa due giorni.
Sempre allinsegna del motto che ha ispirato lAlpin Cup: tutti i concorrenti devono poter avere la possibilità di arrampicare, i quattro itinerari su cui si sono svolti gli open (due per le donne e due per gli uomini) erano relativamente facili e hanno visto molti atleti/e arrivare in top, giocandosi quindi la qualificazione alle semifinali sulla velocità. Orietta Bonaldo e Herbert Klammer chiudono in testa il primo turno.
In una gelida domenica mattina (dicono 20°C) si sono svolte le semifinali su prova unica, a vista. Per le donne la selezione è stata fatta da un pronunciato strapiombo a metà della via, superato solo da tre concorrenti, Michaela Poerbacher, la fortissima Anna Torretta, e Mirella del Favero. A completare il gruppo delle cinque finaliste Claudia Colussi e Silvia Cian. Eliminate a sorpresa due delle favorite Orietta Bonaldo, vittima di un clamoroso errore in partenza, e Monica Gemelli, vittima dellinfluenza!
Anche tra gli uomini la combinazione di una traversata delicata, con qualche problema a restare all’interno delle linee rosse e di un tratto finale decisamente fisico tracciato sulla volta del tunnel, ha raggiunto l’obiettivo di far selezione (vittime illustri Diego Mabboni e Beppe Ballico). Otto i finalisti.
Finale nel pomeriggio, senza storia per le donne, su una via breve, ma intensa, dove Anna Torretta, coniugando forza e uso sapiente degli speroni è stata l’unica in top. Seconda la brava altoatesina Michaela Poerbacher e terza un’altra componente dell’Ice Team Italy, la friulana Claudia Colussi.
Più combattuta e incerta, come prevedibile, la finale degli uomini, dove Kurt Astner costringeva gli atleti a attraversare tutta la volta ghiacciata, passando per un pannello di drytooling e appendendosi poi in sequenza ai tre grandi cilindri di ghiaccio appesi e dondolanti sotto di essa per uscire di nuovo a trovare la luce dall’altra parte. Nessuno ce l’ha fatta a superare tutti gli ostacoli. Ha vinto quella forza della natura che risponde al nome di Christoph Hainz, seguito a ruota dal bellunese Attilio Munari, diventato di recente tracciatore dell’ IWC, e dal valdostano Massimo Farina, che rispetto agli altri pur bravi concorrenti, hanno mostrato maggior esperienza di gara e maggior abitudine ad affrontare passaggi a dir poco insoliti.
Archiviata così l’ultima gara e sommati tutti i punteggi delle tre tappe disputate, sono state stilate le classifiche finali dell’Alpin Cup.
Il titolo di campione italiano è andato tra le donne a Orietta Bonaldo, veneziana, ormai al terzo anno di gare, che corona così un inverno ricco di soddisfazioni, con un settimo posto a Pitztal in IWC, due primi posti in Alpin Cup (Lanzada e Monguelfo) e il bis di vittorie nelle gare di boulder e velocità di Solcava in Slovenia. Al secondo posto la varesina Monica Gemelli dellIce Team Italy e al terzo la torinese Gina Curcio.
Tra gli uomini fa piacere vedere il ritorno in campo agonistico di Diego Mabboni, fortissimo trentino, ghiacciatore, arrampicatore e instancabile chiodatore e ricercatore di nuovi itinerari, che ricordiamo ottavo nel 2001 in IWC in Val Daone e che questanno ha vinto a Lanzada. Secondo laltoatesino Martin Graber e terzo il veneziano Giuseppe Ballico.
L’augurio è che il prossimo anno l’appuntamento si ripeta, con lesperienza accumulata quest’anno, coinvolgendo anche la parte occidentale dellItalia alpina (Val dAosta, Piemonte) e rimpinguando la partecipazione, sia italiana, sia estera, con l’obiettivo di far crescere il numero e il livello tecnico degli atleti italiani in modo da poter competere alla pari con le forti scuole russa, francese, tedesca chissa
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